Sulla sua origine sono
state formulate due ipotesi: una è quella che fa ricondurre la nascita di San
Chirico Raparo all'antica città di Polisandra (in greco Πολυξάνδρα), in
località Noceto. La seconda fa risalire la nascita del centro alla fondazione
dell'abbazia basiliana di Sant'Angelo sulle pendici del monte
Raparo. Ciò è dimostrato anche dal nome del paese, il quale sembra sia
derivato da San Quirico di Konya (in greco bizantino Άγιος Κύρικος
Ικονίου), molto venerato dai monaci orientali e martirizzato ai tempi delle
persecuzioni di Diocleziano.
Fu un'antica curia del Re Ruggero, e in seguito, feudo dei Balvano,
dei Chiaromonte e dei Sanseverino. Alla metà del Settecento San Chirico era uno
sviluppato centro per le manifatture tessili, infatti nel paese esisteva un
laboratorio per la tessitura del cotone e della ginestra.
Nell'Ottocento San
Chirico fu mandamento nella circoscrizione di Lagonegro e appartenente alla diocesi di Anglona e Tursi.
Nel 1848 fu sede di un circolo costituzionale in
cui si raccolsero le forze carbonare, e di un comitato insurrezionale che sancì
un decennio di fermenti.
Interessante nel paese
è palazzo Barletta in cui sono conservati arazzi e mobili d’epoca. Suggestiva è
la chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo edificata sui resti di
una precedente chiesa. All’interno sono conservati un crocifisso del Trecento proveniente dal
monastero di Sant’Angelo, un polittico di Simone da Firenze, un calice in
argento di stile barocco ed una fonte battesimale del Cinquecento; vi erano anche custodite due tele
raffiguranti i SS. Pietro e Paolo, oggi conservati nel museo di Reggio Calabria. In
periferia sono situati gli ultimi ruderi dell’abbazia di Sant’Angelo in cui sono
visibili le celle dei monaci scavate nella roccia. Inoltre nelle vicinanze, in
una grotta, si possono ammirare alcune stalagmiti ed un affresco rupestre che
raffigura San
Michele. Caratteristica, nel territorio, è la sorgente del torrente
Trigella il cui corso d’acqua scompare in autunno e riappare in primavera,
fenomeno dovuto alla natura carsica del terreno. Alle pendici del monte
Raparo sgorgano due sorgenti di acque sulfuree: la Santa Quaranta e la
Cortignano, efficaci per la cura delle malattie della pelle e dei reumatismi.
San Chirico è circondato da verdeggianti boschi come quello della Sella del
Titolo, luogo ideale per passeggiate ed escursioni; la flora locale annovera una
superficie boscosa di alto fusto e ceduo composta da piante di faggio, castagno, farnia e cerro.