Marsicovetere (o Marsico Vetere) è un comune di 5.397 abitanti in provincia di Potenza, in Basilicata. È composto dal centro storico, arroccato su una altura come molti dei paesi circostanti, e da Villa d'Agri e Barricelle, che si trovano invece in una zona relativamente pianeggiante. Il territorio ricade all'interno del Parco Nazionale dell'Appennino Lucano.
Marsicovetere è il comune più importante della Val d'Agri grazie alla crescita della parte nuova del paese, Villa d'Agri, considerata il simbolico capoluogo della Valle.
Il territorio marsicoveterese, avente una superficie di 37,82 km² con una densità di 144,05 abitanti/km², confina a nord con il comune di Calvello, ad est con il comune di Viggiano, a sud con il fiume Agri e i comuni di Grumento Nova e Tramutola e ad ovest con i territori di Paterno e Marsiconuovo. Il Centro Storico è posto ad oltre 1000 m s.l.m., Villa d'Agri e Barricelle a circa 600 metri. Il punto più alto è la vetta del Monte Volturino (1836 m s.l.m.), quello più basso in prossimità del fiume Agri (586 m s.l.m.).
Marsicovetere dista 60 km da Potenza e 115 km da Matera.
Marsicovetere ha origini molto antiche, confermate dai resti di un'antica civitas che lo storico romano Strabone indicò con il nome di Vertina.
Nel VII secolo in seguito alla distruzione di Grumentum fu distrutta anche Vertina e i profughi si spostarono sull'altura dove oggi sorge Marsicovetere, per trovare rifugio.
Al 1118 è attestata la presenza del castello con il borgo circostante, il cui proprietario era un certo Bartolomeo, che si intitolava inclytus dominus. Tuttavia la particolarità di tale documento è legata all'onomastica del luogo (nell'atto di donazione si legge: "...Bartolomeus de castello Marsici Veteri inclitus dominus..."), si può dunque affermare che nel XII secolo l'insediamento portava già questo nome. Nel 1334 giunse a Marsicovetere Angelo Clareno, un francescano dissidente che fuggiva da Subiaco per contrasti con la Chiesa romana e con la politica ecclesiastica della gerarchia francescana. Qui, nel convento di Santa Maria dell'Aspro, introdusse l'ordine dei Fraticelli e produsse un'effervescenza religiosa fondata su una spiritualità che predicava il rinnovamento della vita in attesa dell’apocalisse (compiendo, secondo alcune fonti, anche alcuni miracoli). Clareno si spense il 15 giugno 1337.
Ben altra importanza assunse Marsicovetere nell'età moderna, infatti re Ferdinando I di Napoli donò, nel 1468, Marsicovetere ad Ettore Caracciolo Pisquizi (patrizio napoletano e fratello di Sergianni Caracciolo, primo ministro al tempo di Giovanna II) con il titolo di Signore. Il primo ad essere insignito del titolo di Principe di Marsicovetere da re Filippo III di Napoli fu Salvatore Caracciolo il 4 giugno 1646. Secondo una descrizione dei beni feudali, effettuata dall’erario Giovanni Masino, i principi possedevano un palazzo a Marsicovetere, con un giardino (detto il Giardinello) e con una cappella intitolata a San Michele, oltre a un palazzo in campagna con numerosi vigneti intorno. Inevitabilmente menzionati sono anche boschi, terre e mulini. Grazie alla presenza di una delle famiglie più potenti del regno, Marsicovetere fu protagonista di una grande espansione demografica (toccò la soglia di 4000 abitanti a metà del XVI secolo), urbanistica (con l’edificazione del 1639 della Chiesa di San Pietro, oggi dedicata ai Santi Pietro e Paolo) e culturale (vi fu la nascita di un ceto borghese professionistico e proprietario terriero). I Caracciolo sovvenzionarono a Marsicovetere anche l’educazione per i poveri, come da testamento del principe Nicola Caracciolo, nel 1777. Vi fu nella storia feudale di Marsicovetere una breve parentesi dei di Palma nel 1627, ma i Caracciolo lo riacquistarono immediatamente e lo tennero sino al 1777, quando i Principi Nicola e Antonio morirono e l’erede Laura Caracciolo lo vendette al marsicoveterese Bernardo Brussone per 34000 ducati. Nel 1778 le altre famiglie borghesi, impaurite dall’incombenza dei Brussone, proclamarono Marsicovetere Città Regia, chiedendo al sovrano di riconoscere Marsicovetere appartenente al Regio Demanio. Il 26 giugno 1782 la Regia Camera assecondò la richiesta, con il benestare di re Ferdinando IV di Borbone.
Nel 1861 Marsicovetere fu annessa al Regno d'Italia, nonostante i numerosi conflitti tra i briganti, supportati dai Borboni, e i Sabaudi. Nel 1857 il paese fu gravemente danneggiato da un violentissimo terremoto che semidistrusse il Convento di Santa Maria di Costantinopoli e distrusse completamente la seconda chiesa di Marsicovetere, secondo alcuni la chiesa di San Vito. Questo avvenimento segnò per Marsicovetere l’inizio della crisi, supportata da una ricostruzione difficile e in parte ancora non conclusa (il Convento di Santa Maria di Costantinopoli non è mai stato più ricostruito), oltre che dall’emigrazione verso le Americhe. La crisi durò sino agli anni cinquanta, quando iniziò lo sviluppo della frazione di Pedali.
L’antica frazione Pedali cambiò il nome in Villa d’Agri di Marsicovetere con delibera municipale n° 4 del 18 gennaio 1955 e conseguente Decreto del Presidente della Repubblica del 13 gennaio 1957. Da tale data il comune ha subito profondi cambiamenti con lo sviluppo delle imprese e del terziario. Villa d'Agri rappresenta oggi il cuore pulsante della Val d'Agri e tiene in vita Marsicovetere e la sua storia millenaria.
Siti web:
http://www.comune.marsicovetere.pz.it
http://www.aptbasilicata.it/Marsicovetere.271.0.html
http://www.basilicata.cc/lucania/marsicovetere/index0.htm
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Siti web:
http://www.comune.marsicovetere.pz.it
http://www.aptbasilicata.it/Marsicovetere.271.0.html
http://www.basilicata.cc/lucania/marsicovetere/index0.htm
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